Un frammento del Campanile di San Marco è diventato famoso nel 2023 perché ha ottenuto il riconoscimento nazionale come bene archeologico e antropologico dal Ministero della Cultura Soprintendenza ABAP per la Città Metropolitana di Venezia.
Il Tocheton Arbib custodisce memoria e identità, un racconto che intreccia storie, voci e sguardi diversi. È stato questo il senso della visita speciale organizzata il 28 settembre 2025 dalla Soprintendenza attorno al Tocheton, l’unico pezzo del Campanile di San Marco crollato nel 1902. All’epoca fu acquistato e conservato dall’antiquario ed esploratore Salvatore Arbib, nato a Venezia nel 1854 da famiglia ebrea originaria di Tripoli in Libia.
A guidare l’evento, riuniti simbolicamente intorno alla Tocheton, erano figure diverse ma accomunate dalla passione per la storia di Venezia. Per la Soprintendenza l’archeologa Sara Bini, gli architetti Maria Rosaria Gargiulo e Federica Romaro e la storica dell’arte Irene Spada, il proprietario Giovanni Bognolo con la moglie Irene Sartori che hanno spalancato le porte di casa, l’autrice del libro “Venezia è favolosa” Nadia De Lazzari, scritto con il marito Vittorio Baroni, che ne ha ricostruito il racconto.
Voci differenti che hanno restituito al pubblico non solo dati e cronache, ma anche emozione, curiosità e nuove prospettive di lettura. Oltre sessanta persone, suddivise in tre turni, hanno potuto ascoltare questa “storia nuova” del Tocheton: una narrazione che intreccia Venezia, il suo patrimonio, e la capacità della città di rigenerare memoria anche da un crollo. Un momento davvero speciale, che ha trasformato una visita in esperienza di conoscenza e di comunità.

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